venerdì 6 giugno 2014

LUCA E MARIROSA - i fidanzatini di Policoro

Deceduti in data 23 marzo 1988 a Policoro (MT)

Accadde la notte fra il 23 e il 24 marzo del 1988: un delitto che si è tentato in tutti i modi di far passare per incidente domestico.Non sono bastati più di venti anni a chiarire il giallo sulla morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta:quello dei fidanzatini di Policoro è un giallo sempre vivo,e quando sembra che non abbia più niente da dire,da rivelare,ecco che produce di nuovo un'impennata che lo riporta in primo piano,rimettendolo al centro di passioni e sofferenze mai sopite.


Si archiviò il caso in fretta e furia dicendo che una scossa elettrica folgorò i due ragazzi mentre stavano facendo il bagno assieme,ma Marirosa aveva sulla nuca una ferita lunga 10cm da cui,si dice,continuava a uscire sangue perfino dentro la bara;ma anche sul corpo di Luca c'erano segni di violenza.
Di tutto questo nei verbali redatti quella sera non vi è traccia,ed il caso,incredibile a crederci,era stato chiuso lì per lì,
Sono stati i genitori di Luca a farlo riaprire,più volte,ma sempre senza esito: tra depistaggi,manipolazioni e false perizie,il caso fu definitivamente archiviato nel 1998 come 'morte per elettrocuzione'.




I FATTI


Lina Giannotti,la mamma di Marirosa,rientra a casa dopo un concerto nella tarda serata del 23 aprile 1988 e trova sua figlia,in compagnia del suo ragazzo Luca Orioli,privi di vita all'interno del bagno.

Luca è disteso supino fianco alla vasca da bagno,mentre Marirosa all'interno della medesima coperta dall'acqua e con una gamba fuori.
In terra alcuni vestiti,dell'intimo dei ragazzi.
Nella stanza vicina vengono trovati alcuni vestiti bagnati : i jeans di Luca fradici,una camicia  e una t-shirt umide.


LA SCENA DEL CRIMINE "UFFICIALE"


Ciò che si prospetta agli occhi dei genitori,del parroco,degli amici di famiglia e del medico legale nel bagno di casa Andreotta è la scena "ufficiale" depositata agli atti dai Carabinieri del Comando di Policoro quella sera.
La porta del bagno è socchiusa.Il cadavere della ragazza nella vasca da bagno con il capo e il corpo sommersi,mentre Luca è supino sul pavimento,con i palmi delle mani rivolti verso l'alto e un fungo schiumoso fuoriuscire dalla bocca.Segni di percosse sul corpo.
A terra un "caldo bagno"-stufetta elettrica -DeLonghi,acceso e funzionante.
Anche i termosifoni dell'impianto dell'abitazione sono accesi,così come la madre li aveva lasciati prima di uscire.La finestra è chiusa e la temperatura raggiunge i 30°: perchè accendere dunque anche la stufetta?



INDAGINI

le indagini vengono subito chiuse attribuendo il decesso dei ragazzi ad una scarica elettrica proveniente dal «caldobagno», acceso per riscaldare l’ambiente ma trovato regolarmente acceso con la spina attaccata. Successivamente, si è ipotizzata l'asfissia da moossido di carbonio causata dallo scaldabagno a metano installato al di sopra della vasca da bagno. Entrambe le ipotesi non hanno mai convinto le famiglie dei due giovani. 





LA "PRIMA" SCENA DEL CRIMINE.



Secondo alcune testimonianze però ,circa una mezz'ora prima che la Giannotti rincasasse e trovasse i due cadaveri nel bagno,un gruppo di cinque o sei persone si erano già intrattenute sulla scena del crimine : fra questi tre carabinieri e il Maresciallo di Montalbano Jonico,Giovanni Pagano,e un fotografo convocato da questi ultimi.
Non del tutto certa la presenza inoltre del Vice-Pretore Ferdinando Izzo.

Il gruppetto di persone,non ci è dato sapere avvisati da chi ,escono dall'abitazione appena qualche minuto prima che la madre di Marirosa rientri a casa.

Per vent'anni questo gravissimo retroscena è rimasto nell'ombra più totale,probabilmente perchè i militari erano stati avvisati da qualcuno che indirettamente o direttamente aveva avuto a che fare con il duplice assassinio: sta di fatto che quattro lustri dopo qualcuno parla,e lo fa senza troppi giri di parole,pur essendo a conoscenza dei rischi a cui sarebbe andato incontro:"Le foto che scattai io raffiguravano una scena molto diversa da quella depositata agli atti"-
afferma Salvatore Cerabona,il fotografo arrivato a casa Andreotta durante il primo sopralluogo.


Le prima persone che la madre di Marirosa  ha avuto modo di allertare erano una vicina di casa amica di famiglia ed il Parroco di Policoro-Don Salvatore De Pizzo,che a sua volta chiamò il comando dell'Arma:è a questo punto che i militari tornano "ufficialmente" sul luogo del delitto.E' l'una di notte.Un inquietante buco temporale sottovalutato e ignorato nel corso delle indagini;a ragione di quest'importante inadempienza le foto del Cerabona che svaniscono nel nulla e non entrano mai a processo.
Lo scenario che si prospetta agli occhi del fotografo è sconcertante:l'uomo viene accompagnato dai Carabinieri a bordo di un pulmino e quando giungono di fronte a casa Giannotti è presente già una volante;come se non bastasse uno dei Carabinieri apre il portone della casa con delle chiavi.



SUBITO COMINCIA IL DEPISTAGGIO


Gli insabbiamenti cominciano quella notte stessa e proseguono anche il giorno dei funerali dei ragazzi,quando il Parroco Don Salvatore De Pizzo si preoccupa di telefonare agli amici dei fidanzatini per consigliare loro di "distruggere lettere e biglietti scritti da Luca e Marirosa":altro particolare agghiacciante che la dice lunga sul tipo di personaggi che orbitavano intorno alla comunità jonica.
La scena del crimine che si prospetta davanti agli occhi di chi arriverà a partire dalla madre di Marirosa è dunque mutata:i due corpi sono stati spostati e Luca è steso supino sul pavimento,nudo di fianco alla vasca da bagno,con i palmi delle mani rivolti verso l'alto;mentre in altri documenti si segnalano altre foto "non fascicolate" di matrice fra loro differente (scattate dunque con diverse macchine) - non è dato sapere se relative agli scatti del supertestimone Cerabona- che vedono Luca posto sopra due asciugamani in posizione diagonale con le braccia incrociate sopra il ventre,prova che la scena del crimine è stata modificata da qualcuno:ad accompagnare queste ultime fotografie nessun tipo di relazione ufficiale della Magistratura:dunque il materiale è stato depositato ma non ufficialmente segnalato in alcun tipo di relazione descrittiva.


IL SUPERTESTIMONE RITRATTA 


Il mistero nel mistero nasce quando Cerabona,settimane più tardi l'aver dichiarato le incongruenze sugli spostamenti e sui modus operandi dei Carabinieri quella notte,ritratta poi davanti al PM ,ammettendo le sue insicurezze inerenti agli orari dell'entrata in casa assieme ai militari e le chiavi in possesso all'agente,motivate del fatto che gliele avesse consegnate la stessa signora Giannotti,madre di Marirosa,già rientrata a casa.





CAUSE DEL DECESSO


Sorvolando di netto l'ipotesi assurda dell'incidente domestico è chiaro come il delitto sia stato premeditato da chi conosceva  i due fidanzatini.
I due ragazzi sono stati dapprima tramortiti,picchiati da più di una persona e successivamente annegati (al fine di simulare la morte da elettrocuzione).
Luca Orioli presentava importanti ematomi ai genitali e nel basso ventre in particolare ad un testicolo gonfio in maniera spropositata.L'osso ioide del ragazzo era fratturato andando ad avvalorare l'ipotesi dell'annegamento con strangolamento.
La ragazza presentava una ferita molto seria sulla nuca,di carattere lacero contuso,che sicuramente ne ha determinato il decesso; un buco profondo dieci centimetri provocato da un corpo contundente sconosciuto.
Luca e Marirosa presentavano inoltre macchie e puntini rossastri in diverse zone del corpo,di natura non ipostatica e interpretabili come segni di violenza per azione di pressione,afferramento e trascinamento esercitata sui due corpi e infine , un evidente fungo schiumoso dalle inequivocabili caratteristiche(colori,aspetto,continuità di presenza) che lo rendevano segno patognomonico di sicura interpretazione,ovvero l'annegamento.


LA FALSA IPOTESI FOLGORAZIONE-INTOSSICAZIONE



Il caso viene frettolosamente chiuso attribuendo la morte ad una stufetta difettosa che avrebbe provocato per via di una folgorazione l'arresto cardio-circolatori dei due ragazzi : la stufetta però funziona regolarmente una volta trovati i corpi e  il tutto viene dimostrato in sede processuale dall'Azienda produttrice-la DeLonghi,che certifica che il "caldobagno" non era assolutamente difettoso:dunque viene assolta dopo una causa da parte dei parenti.
La seconda ipotesi,quella per avvelenamento per monossido di carbonio,vedrebbe Marirosa che durante la doccia avrebbe perso i sensi improvvisamente per effetto dell'inalazione di monossido di carbonio sprigionatosi dalla caldaia interna al bagno;cadendo avrebbe battuto violentemente la nuca al pomello della doccia,procurandosi quella ferita sospetta a mezza luna che sanguinava anche ad alcune ore dalla morte.
Luca vedendo la ragazza accasciarsi avrebbe tentato di salvarla ma nel frattempo avrebbe subito anche lui gli effetti del monossido.Una tesi avvalorata anche dal Professor Introna,dalla presenza di carbossiemoglobina allo stato gassoso,rimasta imprigionata nel tessuto muscolare dei due ragazzi.Pare che le quantità rilevate non siano particolarmente consistenti ,anche se maggiori nei tessuti di Luca,che "sarebbe" stato il secondo a morire.



I PRECEDENTI


Luca Orioli era oggetto di scherzi pesantissimi da parte dei suoi "amici":in particolare una circorstanza mai del tutto approfondita ci sarebbero i due fidanzatini a Napoli,la città dove Marirosa studiava architettura,rimasti chiusi all'interno dell'appartemento dove la giovane soggiornava nel periodo universitario.
Luca in quei giorni era andato a trovarla e qualcuno li aveva chiusi dentro costringendo i ragazzi a chiamare i Pompieri.
Il fatto è avvenuto pochi giorni prima della morte dei due ragazzi ma non è mai stato del tutto chiarito.
Molto hanno però attribuito anche a scherzi di questo genere lo stato d'animo turbato dell'Orioli nel suo ultimo giorno di vita.


LA TESTIMONIANZA DELLA MADRE DI MARIROSA


Antonia Giannotti ha ripercorso le vicende partendo da quella notte di marzo dell'88 quando scoprì i corpi nel bagno:la signora viene fatta calmare dai Carabinieri presenti sulla scena del delitto che però si rivelano distratti e maldestri.La madre di Marirosa in lacrime urla come non possa essere stato un incidente provocato dall'elettricità ma già il medico chiamato dai Carabinieri afferma che si tratta di elettrocuzione.
Ma l'impianto è a norma e la vasca costruita in materiale isolante.

L'AUTO DI MAZZIOTTA


Alcuni testimoni hanno affermato di aver distintamente notato una Fiat Panda di colore scuro uscire a retromarcia dalla casa di Marirosa nella serata del 23 marzo,qualche ora prima che i due ragazzi fossero rinvenuti cadaveri.
L'auto è molto simile a quella della madre di Marirosa,che però si trova ad un concerto;messo alle strette-Walter Mazziotta (l'amico di Luca)- confessa che era proprio lui.
In un primo momento dice di esser transitato lungo la via dove si trova l'abitazione della ragazza e ,sapendo che anche Luca si trovava lì,voleva fare uno dei suoi soliti scherzi piombando a casa della ragazza violando la loro intimità:ma afferma di averci ripensato e di aver tirato dritto.
Poi sembra che ritratti e ammetta infine di aver parcheggiato sotto casa di Marirosa ma averci ripensato in quel momento e di esser ritornato indietro senza nemmeno scendere dall'auto.
Il Mazziotta,poi entrato nel registro degli indagati e prosciolto,quello stesso pomeriggio si era intrattenuto assieme  a Luca,il quale era da poco tornato da Milano dove studiava legge.I due avevano parlato un po e poi si erano salutati.Anche in questo caso è emerso un altro particolare che mette in cattiva luce Mazziotta:quest ultimo qualche ora dopo aver salutato Luca,piomba a casa sua chiedendo se si trovasse a casa ma,la madre Olimpia risponde che è fuori e il Mazziotta esce di gran carriera dalla casa.



LE RIVELAZIONI DEL PENTITO


Le rivelazioni risalenti al 2008 di Salvatore Scarcia,uno dei più noti boss del metapontino ,permettono di mostrare in una nuova luca il caso: secondo quanto dichiarato dal pentito,attualmente detenuto presso il carcere di Melfi,nel quale sta scontando una condanna per assocazione mafiosa,il PM che inizialmente archiviò il caso dei fidanzatini-senza nemmeno attendere l'esito dell'autopsia-mai eseguita-si era incontrato con uno dei principali indagati della vicenda stessa.

L'incontro avvenne una Domenica mattina,durante un meeting in cui si incontrano magistrati locali,imprenditori e un colonnello dei Carabinieri; in questo summit domenicale nella location di Marinagri,il nuovo villaggio turistico che avrebbe inghiottito come una voragine milioni di euro di finaziamenti pubblici,si trovano seduti a un tavolo per parlare Walter Mazziotta e Vincenzo Autera: il primo l'indagato -"amico" di Luca- e il secondo il PM che avrebbe dovuto indagare sul caso.




















3 commenti:

  1. caro Stazione in un tuo interessante commento a un articolo sul caso di un altro blog alludi a certe situazioni non chiarite delle settimane precedenti, che tirano in ballo le persone vicine alla coppia che erano a Napoli e Salerno... come si concilia tale tesi con quella sopra esposta che riguarda più l'amico degli scherzi?

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Carissimo, quelle che stai evidenziando sono due circostanze differenti e che le riconosco come tali. Dunque, l'amico a cui fai riferimento, quello che si rese protagonista di diversi scherzi a Luca e che fu indagato (e prosciolto) non è possibile sapere se fosse direttamente collegabile agli scherzi, meno chiariti, che Luca subì a Napoli. Anzi, lo scherzo più pesante che Luca subì, avvenne nell'appartamento napoletano di Marirosa,utilizzato nel periodo degli studi, qualche settimana (forse giorni, non ricordo)prima della loro morte, quando Luca era andato a trovare Marirosa prima di scendere a Policoro.In quella circostanza i due ragazzi furono chiusi dentro all'appartamento, dall'esterno, e dovettero chiamare i Vigili del fuoco per uscire. Verosimilmente, ricostruendo questa circostanza mai chiarita e poco conosciuta, le uniche cose che mi vengono in mente sono quelle relative alle persone anche loro presenti a Napoli.Credo che l'ex ragazzo di Marirosa studiasse a Salerno, ma da molto tempo non si sentivano più (ed è inverosimile che si spostasse a Napoli). Più probabile invece qualche amico della coppia, sempre di quel gruppo, che magari era in città per l'amicizia comune anche con la sorella di Marirosa, Francesca, anche lei studentessa nella città partenopea.

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